MADE IN NAPLES. Fotoreportage di un weekend nel capoluogo campano

Per la rubrica “Rob che si fa questi weekend in giro per l’Italia” oggi vi racconto il mio weekend nella patria della pizza, Napoli!
In realtà Napoli non è solo la patria della pizza, ma di tantissime altre cose buonissime, frittatine di pasta, pastiera, sfogliatelle, babbà e… oddio mi si sta riaprendo lo stomaco e ho appena pranzato!
Ma andiamo per gradi, intanto questa volta, rispetto al weekend bolognese, economicamente è andata meglio, non abbiamo preso offertissime, ma tra il periodo e qualche buona ricerca, non abbiamo speso parecchio. Eh si, sto parlando al plurale perché c’era il mio amico immaginario….. no, scherzo, stavolta sono partito in compagnia di questo tizio qua sotto.

Joseph

Che dire, come ogni viaggio che faccio con lui, trovato l’aereo e l’alloggio, ci si lancia all’avventura direttamente in loco, senza programmare nulla.
L’unica cosa che sapevamo era la nostra adesione a #StartUpGrind, che è il motivo per cui, in un viaggio di quattro giorni, abbiamo visitato la città soltanto l’ultimo giorno, complice anche il meteo ballerino, con un sole che si faceva vedere solo quando eravamo in camera, giusto per prenderci un po’ per il culo.

Napoli è straordinaria. Per il cibo, per le architetture, la storia, i paesaggi e manco a dirlo… il folklore tipico del sud, che sicuramente non ci ha stupito da buoni con-terroni, ma ci ha rallegrato e fatto sentire come a casa.
È proprio a proposito del folklore che vi voglio mostrare questo tizio vestito da un personaggio tipico della tradizione (anche se non so esattamente chi), è stato bellissimo incontrarlo!

I paesaggi sono spesso diversi, da quartiere a quartiere e dalle diverse angolazioni in cui si guarda la città. Napoli è tralaltro arricchita da opere artistiche di strada come quelle del famoso street-artist Jorit. E io ne ho fotografata una per voi._DSF2174Il San Gennaro che spicca sulla facciata di un grande palazzo di Forcella è un’opera che ha una caratteristica molto particolare: il suo volto è quello di un operaio amico dell’artista. Il murales è alto più di 15 metri ed ha lo sguardo assorto verso l’alto. Pur essendo stato realizzato con vernice spray, più che un graffito sembra un vero e proprio dipinto, grazie alla naturalezza e alla profondità della sua espressione. Per Jorit, ispirarsi agli abitanti dei quartieri in cui lavora è un modo per dare maggiore umanità alle sue opere.

Questa volta ho fatto un gran numero di foto, per cui, essendo questa mia narrazione mirata più alla visione delle fotografie, devo procedere per tematiche, altrimenti non capiamo più nulla.
Prima di arrivare al cibo (perché ormai tutti sanno che è l’essenza principale dei miei viaggi) voglio mostrarvi le bellezze paesaggistiche di Napoli, dominata dal Vesuvio. A noi siciliani della zona orientale viene automatico associare queste vedute alla nostra terra, circondata dal mare e sovrastata dall’Etna.

Un’altra caratteristica di Napoli è sicuramente la maestosità! I palazzi sono imponenti ma soprattutto, la città è davvero grande, e noi abbiamo preso la funiculì funiculà(re) e l’abbiamo vista dall’alto, da Castel Sant’Elmo.

Per quanto riguarda invece la tradizione culinaria, beh, c’è da leccarsi i baffi! …ma anche da stare attenti. Eh si, perchè chi va a Napoli può ingenuamente pensare (come il sottoscritto) che in centro, ovunque si vada, i piatti tipici siano buoni e rispecchino la tradizione, e invece no. Lasciatemelo dire, in molti posti dove si mangia, essendo esposti ad una grandissima clientela turistica, si pensa più ad un guadagno facile, e non a far tornare la clientela, tanto i turisti non tornano così facilmente.
(Io, intanto, le recensioni negative gliele ho lasciate.)
Per quanto concerne tutto ciò che sono i dolci (pastiera, sfogliatella, babbà, etc..) gli odori e i sapori sembrano essere più fedeli alla tradizione. È anche possibile, in molte friggitorie di quartiere, mangiare delle buone fritture.

Un’altra particolarità è il caffè. Sì, proprio lui, l’espresso italiano che la stragrande maggioranza della popolazione beve in media 2 volte al giorno.
Perchè il caffè a Napoli ha tre caratteristiche:

  1. È un rituale.
    Ci si prende un caffè a qualsiasi ora del giorno ed è una sorta di “pass per la chiacchiera”. Certo, vorresti affrontare un qualsivoglia discorso senza aver davanti nemmeno na’ tazzulell’ e’ cafè?
  2. È troppo buono.
  3. Se lo vuoi zuccherato molti bar fanno a modo loro, e vi spiego perchè.
    In Sicilia, come in Toscana, Emilia, Lazio, etc… uno entra al bar e chiede un caffè, e la risposta è una tazzina di caffè. Se sei in Veneto ti chiedono anche Liscio? perchè lo potresti prendere anche macchiato, corretto, etc… Ma allo zucchero ci pensi sempre tu. Mentre a Napoli, quando chiedi un caffè, se lo chiedi senza specificare ti danno l’espresso, ma in molti bar non troverai la bustina dello zucchero, perchè se lo volevi dolce, dovevi chiederlo direttamente al banconista.
    In alcuni bar, poi, al posto dello zucchero usano quella cremina al caffè molto dolce (che si fa con le prime gocce del caffè bollente). Tipo questa nella foto a seguire dove hanno pure aggiunto un po’ di cacao._DSF2101

Per quanto riguarda la pizza, piatto di punta della tradizione, ho qualcosa da ridire. Come accennavo prima, il cibo spesso non rispecchia la tradizione. E la pizza – che per essere quella vera della tradizione deve avere una lunga lievitazione e maturazione, e quindi risultare morbida, elastica, con il cornicione alto, il pomodoro San Marzano doc e la mozzarella fresca –  spesso è buona, ma non è quella tradizionale e si fa fatica a trovarne una che ne rispecchi i canoni. In quattro giorni, abbiamo mangiato la media di 6 pizze nel tentativo disperato di trovarne una buona e solo le ultime due si avvicinavano a quella tradizionale.
E non ho nemmeno la foto della margherita perchè ero così contento di averne trovata una che rispecchiasse la tradizione che l’ho mangiata senza pensarci mezza volta.
Certo, potevamo andare nei posti super gettonati e andare sul sicuro, ma stare in coda per mangiare non è nei nostri standard.

_DSF2165Questo mio racconto termina qui, con la speranza di poter ritornare in Campania per poter andare a Capri, Sorrento, Pompei, e tutti quei posti nell’interland Napoletano che non ho visitato. Oltre a dover immancabilmente/necessariamente/obbligatoriamente tornare nel capoluogo campano per andare a vedere il Cristo Velato, che mannaggia a me non ho potuto vedere. Vi lascio con qualche altra foto scattata in piazza del plebiscito, per le vie del centro, nelle pizzerie e tanto tanto altro.. che ho scattato in viaggio e, come dice mio nonno, vi auguro tante belle cose.

Pubblicato da Roberto Greco

Fotografo, aspirante regista. Mi piace complicarmi la vita, ma soprattutto sentire l'emozione nelle cose. Fortuna che non ho i capelli, altrimenti mi sarebbe seccato pettinarli. Innamorato dell'arte, del cinema e del buon vino. Amante degli animali.

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